23/10/2018
Vista la crescente popolarità dei droni, e l'impiego che ne viene fatto in ambito professionale, l'ENAC (Ente Nazionale per l'Aviazione Civile) ha stilato un regolamento ad hoc per l'utilizzo dei droni.
Questa guida ha l'obiettivo di spiegare ai piloti di droni, amatoriali e non, cos'è il regolamento ENAC per i droni e quali sono le regole alle quali deve sottostare chi ne possiede uno.
Il regolamento ENAC per i droni è un regolamento ad hoc che nasce in recepimento dell'articolo 743 del Codice Nazionale della Navigazione. Tale articolo include nella categoria degli aeromobili anche i dispositivi aerei come i droni e rimanda poi al regolamento ENAC per una definizione più completa e le specifichemodalità di utilizzo.
Stilato nel 2013, il regolamento ENAC ci spiega, quindi, cosa sono i droni e quali sono le regole e i limiti per utilizzarli in maniera corretta e sicura. Man mano che la normativa sui sistemi aeromobili a pilotaggio da remoto si è fatta più ampia e definita, il regolamento è stato aggiornato e integrato, come nel caso dell'ultima modifica, che porta la data del 14 maggio 2018, e recepisce, in parte, i dettami della nuova normativa europea in materia di aereomodelli.
La versione integrale del regolamento è reperibile direttamente dal sito ufficiale dell' ENAC.
Una delle prime indicazioni che si trovano nel regolamento è la distinzione tra SAPR/APR e Aeromodelli:
Entrando più nello specifico, il regolamento ENAC definisce anche una classificazione specifica per i SAPR, che vengono suddivisi in due categorie:
Ai fini del conseguimento dell'attestato che permette di pilotare questa tipologia di droni, essi vengono suddivisi in altre due categorie, che comprendono i droni da 300 grammi a 4 kg e quelli da 4 a 25 kg.
Per poter utilizzare i droni in ambito professionale, ci sono degli specifici requisiti tecnici da rispettare:
Il regolamento definisce anche i tipi di operazioni in cui possono essere impiegati i SAPR, che si distinguono in VLOS, EVLOS e BVLOS e in operazioni critiche e non critiche.
La prima classificazione, che si può reperire all'articolo 7 della normativa, distingue le operazioni eseguite mentre il pilota ha un contatto visivo con il drone, e quelle in cui il pilota non ha più il contatto visivo con il drone:
Le operazioni effettuate mentre il pilota non ha il contatto visivo diretto con il drone sono considerate sempre critiche, mentre quelle che avvengono in contatto diretto con il drone possono essere critiche o non critiche, a seconda che intervengano o meno altri fattori di rischio.
In particolare, nella definizione di operazioni non critiche rientrano tutte quelle operazioni svolte col drone che non prevedano il sorvolo di aree urbane o congestionate, assembramenti di persone e infrastrutture sensibili. Tutte le operazioni che non rientrano in questa categoria sono considerate critiche.
Nel regolamento ENAC sono contemplate anche tutte quelle operazioni di ricognizione svolte col drone da enti come la Protezione Civile o dal corpo dei Vigili del Fuoco.
Entrando più nello specifico, il regolamento ENAC definisce quali sono le norme alle quali devono sottostare hobbysti e professionisti per poter pilotare un drone in Italia.
Chi utilizza un drone per divertimento deve sottostare a meno regole e imposizioni rispetto a quelle che deve rispettare un operatore professionale abilitato.
Ecco tutto quello che c'è da sapere sulle norme che deve rispettare chi utilizza il proprio drone solo a scopo ricreativo.
C'è bisogno di un patentino per pilotare i droni utilizzati a scopo ricreativo?
Se il drone che si sta pilotando rientra nella categoria degli aeromodelli, per utilizzarlo non c'è bisogno di alcun patentino.
La fotocamera di un drone ad uso ricreativo viene considerata alla stregua di una videocamera personale, perciò, purché si rispettino le limitazioni imposte dal regolamento sulle aree che si possono sorvolare, è possibile realizzare video amatoriali con il proprio drone e condividerli sui Social. Ovviamente, bisogna rispettare anche le regole dettate dal buonsenso, e prestare attenzione a non violare la privacy di altre persone.
Sì, chi è in possesso di un drone ad uso ricreativo e lo pilota rispettando le leggi in materia, non è obbligato a conseguire alcun attestato per la sua attività.
Sempre più spesso, scorrendo le caratteristiche tecniche dei droni venduti a scopo ricreativo, vediamo che su di essi è installato un sistema GPS, che consente anche di far volare il drone con il pilota automatico. Questa cosa può lasciare perplessi: ma il regolamento ENAC non vieta ai droni di volare per conto loro? Tecnicamente sì, ma bisogna fare una distinzione tra volo automatico e volo autonomo. Nel primo caso, il pilota può intervenire in qualsiasi momento per riprendere il controllo del drone e, se è il caso, eseguire un atterraggio di emergenza, mentre nel secondo caso ciò non può avvenire.
Se possiedi un drone per uso ricreativo che può volare in automatico, puoi sfruttare senza problemi questa sua caratteristica; diverso è il discorso per il volo autonomo, che può essere effettuato solo sotto il controllo di piloti esperti e autorizzati, e per il quali sono necessari permessi speciali.
No, chi pilota un drone per hobby non ha necessità di stipulare una polizza assicurativa, tuttavia, anche se non è obbligatorio, è consigliato farla, per mettersi al riparo da eventuali problemi che possono insorgere in caso il drone crei danni a cose o a persone.
Anche per gli aeromodelli ci sono norme ben precise da seguire sulle modalità e sui luoghi in cui far volare i droni. Ecco tutte le informazioni che ti servono sulle prescrizioni relative al pilotaggio di droni per uso ricreativo:
In caso si voglia acquistare un drone e utilizzarlo per fini professionali, la legge sancisce che sia obbligatorio seguire un corso di abilitazione per diventare operatori professionali.
I corsi si tengono presso i centri di formazione abilitati, che sono gli unici autorizzati a rilasciare l'attestato o la licenza di pilota.
Si tratta di veri e propri centri di addestramento, in cui il pilota segue un corso base composto da una parte teorica e una più pratica e tecnica, in cui si impara a pilotare il drone. Alla fine del corso deve sostenere un test per dimostrare di aver acquisito le competenze teoriche e un esame pratico che attesti la capacità del pilota di saper manovrare il proprio quadricottero.
Chi ha deciso di fare dell'attività di pilotaggio del drone la sua professione, non solo deve essere in possesso dell'attestato o della licenza, ma deve seguire altre prescrizioni e procedure:
L'FPV drone racing è una disciplina sportiva nella quale i piloti di droni gareggiano con i propri quadricotteri, pilotandoli attraverso visori per la realtà aumentata. Per gareggiare è necessario essere in possesso della licenza. Purtroppo, in Italia questo tipo di gare non si possono ancora svolgere, a causa delle limitazioni imposte dalla legge; chi vuole partecipare alle competizioni, deve recarsi all'estero.
Eccoci arrivati alla fine della nostra guida. Speriamo di averti aiutato a comprendere meglio le leggi da rispettare per pilotare un drone in sicurezza. Buon divertimento!